Adesso anche le bombe davanti alle scuole, quando lo Stato deciderà realmente di combattere le mafie?
Non c'è ancora nessuna rivendicazione sul vile attentato attuato stamane a Brindisi. E mai ci sarà probabilmente, visto che appare certo che è stato messo in atto da coloro i quali sono soliti muoversi nell'ombra. Provo onestamente una repulsione inaudita per questo atto, ancor più schifo di quando sento le solite notizie che riguardano la criminalità organizzata, che comunque fanno salire una rabbia e un disprezzo enorme. Ancora oggi esistono delle persone che vivendo in alcuni luoghi a rischio o essendo vicine a personaggi della mafia, credono di stare accanto a persone con enorme coraggio, presuppongono che diventare come loro sia la strada migliore per avere il rispetto e l'onore. La verità è che in questi atti non c'è coraggio, non c'è onore e non c'è nulla se non il disprezzo da parte di tutto il resto della popolazione. Non c'è nessun coraggio a piazzare delle bombe davanti ad una scuola, la cui unica colpa è avere nel proprio nome "Falcone" e di aver vinto il premio alla legalità. Quello che voi credete sia rispetto, in realtà è disprezzo, è terrore, l'unica cosa che vi fa forti sono le vostre armi. Senza di esse non sareste nessuno.
Non c'è nessun onore nell'uccidere ragazzini innocenti, che nulla hanno a che vedere con il vostro marciume.
E lo Stato dov'è? Che fa? Adesso finge di piangere e prende le distanze, ma solitamente mafia e politica sono sempre e costantemente vicine. Sono socie in affari, si scambiano voti, favori, appalti.
Quand'è che i politici taglieranno veramente i ponti con le criminalità e la combatteranno realmente? A pagarne siamo sempre noi, cittadini normali che hanno solo la sfortuna, come la povera Melissa, di essere al posto sbagliato al momento sbagliato. Ma le vittime innocenti delle criminalità organizzate sono migliaia e aumentano ogni anno, dobbiamo riazzerare la politica e pretendere leggi severissime per chi fa affari con i mafiosi, altrimenti loro saranno sempre più ricchi e prepotenti, noi sempre più poveri e sottomessi.
LA NOTIZIA
Due esplosioni di fronte all’istituto professionale Morvillo Falcone di Brindisi. Secondo la Protezione civile una studentessa è morta e altri sette ragazzi sono rimasti feriti - un altro sarebbe in pericolo di vita -, immediatamente trasferiti nell’ospedale Perrino. L'attentato si è scatenato poco prima delle otto. L'edificio, a trenta metri dal tribunale, è stato immediatamente sgomberato, e il Palazzo di giustizia è circondato da forze dell’ordine e artificieri di carabinieri e polizia. Le schegge prodotte dalle esplosioni hanno raggiunto negozi a duecento metri di distanza, scardinando addirittura una saracinesca, al di là del vialone, a trenta metri dal tribunale. A quanto pare gli ordigni - sarebbero tre - sono stati collocati su un muretto vicino a una scuola. I ragazzi sarebbero rimasti feriti mentre passavano di lì e stavano entrando per le lezioni. Dopo le deflagrazioni, in rapida successione, scene di panico e disperazione di fronte all’edificio, rimasto intatto. "Poteva essere una strage. Pochi minuti dopo sarebbero arrivati tutti i ragazzi, sarebbe successa una tragedia infinita". A parlare all'agenzia dire è Salvatore Giuliano, preside dell'istituto superiore 'Majorana' di Brindisi, che ha nove classi nella sede dell'istituto 'Morivillo-Falcone' guidato dal preside Angelo Rampino. "Quello che si vede fuori dall'istituto è impressionante - prosegue il preside - ci sono quaderni zuppi di sangue, brandelli di oggetti. L'esplosione l'hanno sentita in tutta Brindisi, non era certo una azione dimostrativa".L'ordigno esploso davanti all' istituto Morvillo-Falcone potrebbe essere collegato a una serie di episodi avvenuti nella zona nei giorni scorsi. E' una delle ipotesi che si sta facendo strada tra gli investigatori che stanno cercando di capire la matrice dell'esplosione. Tra gli episodi all'attenzione degli investigatori c'è, innanzitutto, un attentato avvenuto nella notte tra l'1 e il 2 maggio a Mesagne ai danni del presidente della locale associazione antiracket, Fabio Marini. L'auto di Marini venne completamente distrutta da un ordigno e ora gli investigatori vogliono capire se ci sono similitudini tra quell'ordigno e le bombole di gas esplose davanti alla scuola. Qualche giorno dopo, la notte tra l'8 e il 9 di maggio, sempre a Mesagne, un'operazione della polizia ha portato all'arresto di 16 persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere con finalità mafiose, droga ed estorsione. Un' operazione contro esponenti della sacra corona unita e che si è in parte anche basata sulle dichiarazioni di un pentito.
(fonte repubblica)
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