INCREDIBILE VIDEO, IL FENOMENO DELLA SABBIA LIQUEFATTA GIA' 2 MESI FA!!!

INCREDIBILE GIA' DUE MESI FA LA TERRA DAVA CHIARI SEGNI DI MOVIMENTO NEL SOTTOSUOLO!!!! GUARDA IL VIDEO


Il video postato l' 11 Marzo 2012, mostra chiaramente come in alcune zone dell'Emilia c'era una chiara attività proveniente dal sottosuolo. E nel video si legge anche "HANNO RIPRESO L' ATTIVITA' DOPO L'ULTIMO INVERNO 2011-12, CHE CI SIA QUALCHE RELAZIONE CON I TERREMOTI CHE STANNO AVVENENDO IN EMILIA ROMAGNA E COL FENOMENO DELLA SABBIA LIQUEFATTA ?"
Ora ci chiediamo, come è possibile che nonostante dei chiari segnali da parte del sottosuolo nessuno ha fatto nulla? Quantomeno delle verifiche dopo le prime scosse di quest'inverno? Cosa si aspetta per avvisare la popolazione? Certo non è possibile sapere giorno e ora, ma non sarebbe il caso di avvisare le popolazioni di una regione che ci sono le possibilità di un imminente e forte terremoto?

TERRENO LIQUEFATTO
Ma cosa è il fenomeno della sabbia liquefatta? Si tratta di un evento abbastanza comune nei terremoti, ma abbastanza raro in Italia: improvvisamente acqua, fango e sabbia sono usciti dalla terra inondando il paese di San Carlo, il sisma o le sue conseguenze, hanno fatto slittare interi palazzi.
Nel ferrarese l’asfalto si è spaccato ed i sotterranei si sono riempiti di melma, così anche i giardini.
La liquefazione ha fatto scivolare decine di fabbricati. La falda si è alzata di 4 metri e poi è ridiscesa, il terreno si è abbassato, il motivo è che quel terreno dove si è costruito, un tempo era il letto del fiume Reno.
Per capire meglio, ecco un video che viene dal Giappone, dove è più frequente il fenomeno.

FENOMENO DELLA LIQUEFAZIONE DEL TERRENO IN GIAPPONE


COSA DICONO I GEOLOGI?
Si sono individuati e mappati punto per punto, casa per casa tali fenomeni; si sono raccolti campioni di terreno e si sono eseguite analisi multi- parametriche sui fluidi presenti nei pozzi. Si sono raccolte testimonianze molto significative. Si sono anche raccolte numerose immagini, alcune delle quali sono state messe a disposizione dagli stessi cittadini”. Lo ha dichiarato Paride Antolini, geologo romagnolo, Consigliere Nazionale dei Geologi che sta seguendo tutte le fasi dei sopralluoghi in atto in Emilia Romagna.


“Già in questa fase di rilievi immediatamente successivi alla primissima emergenza si è cercato di capire perlomeno qualitativamente se i fenomeni di liquefazione fossero aderenti a quanto riportato alla bibliografia tecnica di riferimento – ha affermato Raffaele Brunaldi Consigliere dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia Romagna – ed alle previsioni urbanistiche locali; in una seconda fase l’OGER (Ordine dei Geologi della Regione Emilia Romagna) cerca di trarre conclusioni quantitative relative al descrivere nella maniera più aderente possibile a quanto verificatosi localmente, il fenomeno liquefativo. Ciò in eventuale raccordo anche con i numerosi enti di ricerca presenti sul campo. Si sta cercando di individuare anche la presenza di altri fenomeni di sito.

La risposta volontaria di numerosissimi colleghi liberi professionisti (nella grande maggioranza) si è dimostrata una inestimabile risorsa in fase di immediata post emergenza ed aiuterà sicuramente a comprendere meglio i meccanismi sismici innescatisi. La conoscenza, in primis geologica è un valore imprescindibile per la riduzione del rischio sismico, sia a livello urbanistico che progettuale e quindi costituisce base per la vita futura dei territori oggi colpiti dal sisma”.
“L’Ordine dei Geologi del Veneto ha organizzato squadre di geologi volontari per rilevare gli effetti derivanti dai fenomeni sismici e cosismici che hanno interessato la provincia di Rovigo. Anche se il territorio veneto – ha affermato Roberto Cavazzana, vice presidente Ordine Geologi del Veneto – è stato colpito in modo meno grave rispetto a quelli limitrofi delle Province di Ferrara e Modena è molto importante verificare gli effetti dello scuotimento sismico registrato anche nei Comuni dell’Alto e Medio Polesine, considerati a basso rischio sismico prima del terremoto del 20 maggio scorso.

Fonte: Consiglio Nazionale Geologi

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