Ragazzi ho trovato questa lettera girando per internet, ed onestamente mi è sembrato giusto pubblicarla e divulgarla.
Ciao Melissa,
ti scrivo semplicemente per chiedertiscusa. Sono un povero stupido ragazzo italiano che ogni giorno passa la sua vita divorato dalla solita banale routine, più preoccupato a quale bar scegliere per il caffè con gli amici che alle vere problematiche che stanno uccidendo il nostro mondo, più impegnato a scegliere la giacca o la camicia giusta per andare in discoteca che a combattere l’immenso male e la paurosa ingiustizia con cui conviviamo.
Ti chiedo scusa perché, ogni volta, aspetto che succeda qualcosa di grave per svegliarmi dal sonno morale in cui mi immergo ogni giorno, per analizzare tutte le cose che non vanno nella mia città, nella mia nazione, per far nascere in me un sufficiente sentimento di giustizia, una rabbia necessaria per dire basta!
A 21 anni, mi guardo intorno e capisco che vivo in un mondo che non sento più mio, in una società troppo distante da quelli che sono i miei sogni, da quelle che erano le mie aspirazioni da bambino. Perché questo tutta questa malvagità? Perché tutta questa strafottenza?
Ti chiedo scusa Melissa, mi permetto di farlo a nome di tutti, ti chiedo scusa perché lasciamo che tutto vada avanti così com’è, che la giornata passi senza che nulla cambi, che a decidere del nostro destino siano le persone sbagliate, che a disporre del nostro futuro siano gli altri e non noi. Venuto a conoscenza della tua morte, mi sono messo alla ricerca di una tua foto, volevo sapere chi eri, volevo vedere il tuo viso. Sono stato catturato dai tuoi occhi, dal tuo sorriso e ho continuato a guardati per circa un minuto.Immobile, con il cuore che mi batteva sempre più forte!
Non so dirti il perché, ma mai, nella mia vita, il vedere di una persona mi ha provocato una scossa interiore così forte. Quel bastardo elemento chiamato destino questa volta ha scelto te. Ha deciso che, alle 7.50 circa della mattina del 19 maggio 2012, dovevi essere proprio tu a passare lì fuori. Magari un caffè o un cornetto al bar, una chiacchierata per strada con un’amica, un litigio con tua mamma a casa perché non ti volevi alzare, ti avrebbero salvata. Scusami tanto Melissa, ti prego di farlo!
Ancora una volta, per svegliarmi, ho aspettato che accadesse qualcosa di terribilmente brutto, diorribilmente ingiusto.
Ciao Melissa,
ti scrivo semplicemente per chiedertiscusa. Sono un povero stupido ragazzo italiano che ogni giorno passa la sua vita divorato dalla solita banale routine, più preoccupato a quale bar scegliere per il caffè con gli amici che alle vere problematiche che stanno uccidendo il nostro mondo, più impegnato a scegliere la giacca o la camicia giusta per andare in discoteca che a combattere l’immenso male e la paurosa ingiustizia con cui conviviamo.
Ti chiedo scusa perché, ogni volta, aspetto che succeda qualcosa di grave per svegliarmi dal sonno morale in cui mi immergo ogni giorno, per analizzare tutte le cose che non vanno nella mia città, nella mia nazione, per far nascere in me un sufficiente sentimento di giustizia, una rabbia necessaria per dire basta!
A 21 anni, mi guardo intorno e capisco che vivo in un mondo che non sento più mio, in una società troppo distante da quelli che sono i miei sogni, da quelle che erano le mie aspirazioni da bambino. Perché questo tutta questa malvagità? Perché tutta questa strafottenza?
Ti chiedo scusa Melissa, mi permetto di farlo a nome di tutti, ti chiedo scusa perché lasciamo che tutto vada avanti così com’è, che la giornata passi senza che nulla cambi, che a decidere del nostro destino siano le persone sbagliate, che a disporre del nostro futuro siano gli altri e non noi. Venuto a conoscenza della tua morte, mi sono messo alla ricerca di una tua foto, volevo sapere chi eri, volevo vedere il tuo viso. Sono stato catturato dai tuoi occhi, dal tuo sorriso e ho continuato a guardati per circa un minuto.Immobile, con il cuore che mi batteva sempre più forte!
Non so dirti il perché, ma mai, nella mia vita, il vedere di una persona mi ha provocato una scossa interiore così forte. Quel bastardo elemento chiamato destino questa volta ha scelto te. Ha deciso che, alle 7.50 circa della mattina del 19 maggio 2012, dovevi essere proprio tu a passare lì fuori. Magari un caffè o un cornetto al bar, una chiacchierata per strada con un’amica, un litigio con tua mamma a casa perché non ti volevi alzare, ti avrebbero salvata. Scusami tanto Melissa, ti prego di farlo!
Ancora una volta, per svegliarmi, ho aspettato che accadesse qualcosa di terribilmente brutto, diorribilmente ingiusto.
Un povero stupido italiano medio
(fonte nuovevoci.it)
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