Da domani in numerose sale esordisce: "La mia vita è uno zoo" tratto da una storia vera

Per chi questo fine settimana vuole passare un paio d'ore spensierate e appassionanti lo staff di OttimaMente punta tutto su: "La mia vita è uno zoo" 
 Il regista Cameron Crowe ( Jerry Macguire, Vanilla sky) ci rende partecipi sin dal titolo di una situazione alquanto paradossale che dovrà essere affrontata dal protagonista: occuparsi letteralmente di uno zoo. Benjamin (Matt Damon), giornalista e scrittore di esperienze e avventure estreme, si ritrova vedovo e nella condizione di occuparsi da solo dei suoi 2 figli. Quando anche il lavoro non lo soddisfa appieno, decide di staccare la spina e mollare tutto (la scena in cui si licenzia ricorda molto Tom Cruise in "Jerry macguire"). Si allontana dalla frenesia di Los Angeles per dedicarsi anima e corpo alla sua adorata figlia e per recuperare il rapporto conflittuale con il figlio (situazione classica e un po' prevedibile). La svolta?comprare una casa con annesso zoo. L'idea alquanto bizzarra, ma tutto sommato semplice, fa solo da sfondo alla vera natura del film, incentrata sulla scoperta dei sentimenti, sulla rinascita dal dolore e sulla fragilità dell' animo umano. Il tutto naturalmente condito da un flirt rappresentato dalla sensuale e un po' "casereccia" Scarlett Johansson. Storia parzialmente vera raccontata in un romanzo “We bought a Zoo”, il film punta molto su una colonna sonora particolarmente curata, trascinando lo spettatore per le vie impervie di continui momenti di gioia e dolore, un continuo cadere e rialzarsi tentando sempre di fare la cosa giusta. La natura "Disneyana" del film non toglie ritmo e attenzione ad un prodotto che verrà amato dai piu piccoli ma anche dagli adulti.

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CURIOSITA' e ANEDDOTI:
La vera famiglia Mee (da cui è tratta la storia) fa un piccolo cameo in una scena del film.
Nonostante la sua fobia per i rettili, Matt Damon è stato preferito a Ben Stiller (più comico ma meno profondo) per il ruolo da protagonista.
Gli animali che appaiono nel film sono tutti reali e non digitalizzati, ponendo l'enorme problema di lavorare con creature selvagge. In particolare è stato molto difficile ottenere la considerazione del leone durante una scena a stretto contatto con il protagonista, la sua attenzione è stata ottenuta facendo passeggiare nei paraggi una "succulenta" Zebra.

Luigi Clemente


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