Tende private vietate, i protestano i cittadini: "Alla paura non si comanda!"


Correggio - Vorrebbero continuare a dormire all’aperto, anche oltre l’ordinanza emessa dal sindaco Marzio Iotti, che – da lunedì –vieta la sosta abusiva con tende da campeggio nei parchi pubblici. E non lo farebbero per dispetto ma perché «alla paura non si comanda». Ma ieri la giunta ha imposto uno stop alle tende piantate nei parchi correggesi, spuntate dopo il sisma del 29 maggio. Tende da campeggio, disposte qua e là, di cittadini impauriti che, per ora, visto lo sciame sismico continuano a dormire fuori casa, preferendo le tende alle auto. Il sindaco l’ha comunicato con un’ordinanza e con tanto di una lettera firmata e attaccata con lo scotch tenda dopo tenda. Agli sfollati – per obbligo o per scelta – si chiede di sloggiare entro domenica. La paura di queste famiglie sarà, allora, da multare per non aver osservato il regolamento che prevede il divieto di campeggio sull’intero territorio comunale. Un fatto che, per chi vive in tenda, è «vergognoso».

Ma qual è il problema? Secondo l'ordinanza si tratterebbe di «incuria, problemi di sicurezza e igiene pubblica». Eppure, in ogni parco i bagni chimici ci sono e per quanto riguarda la sporcizia, passeggiando al parco della Memoria o in quello di via Cellini non ce n’è. Se si parla di estetica o decoro, invece, se ne può discutere come sul fatto di mandare a casa, di punto in bianco, tutte le famiglie che alloggiano in tenda. Per loro parla Silvia, 33 anni, mamma di tre bambini di 5, 8 e 9 anni. Da martedì 29 maggio dorme in tenda, al parco di via Cellini con i figli e il marito: «Vorrei sapere quale fastidio diamo al nostro signor sindaco. Non siamo qui in villeggiatura e se fosse per noi saremmo già rientrati a casa. Ma lui sa poi a casa cosa succede? Che i miei figli mi chiedono “mamma ti prego, torniamo in tenda”. E che torna una scossa. Hanno paura, ce l’ho anche io, e se per farli dormire un po’ la notte dobbiamo venire qui in tenda allora lo faccio».
Se si parla di sporcizia, Silvia non ci sta: «Il bagno chimico c’è, ma per una doccia? Devo lavarmi con l’idrante da giardino. Da quando siamo qui nessuno ci ha mai offerto nulla. Ho chiesto di poter usare le docce alla pista di atletica ma mi hanno detto di no. Per fortuna i miei figli fanno sport e si lavano in palestra».
Domenica lei andrà comunque via: la sua casa è agibile ma ha delle crepe che, psicologicamente, le fanno paura. Prima di andare vuole spiegare al sindaco cosa avrebbe potuto fare: «Metterci a disposizione un’area attrezzata, con docce, bagni e letti. Noi non vediamo l'ora di tornare a casa ma adesso non ce la facciamo. La paura non si comanda. E se la prossima mossa di Iotti sarà farci pagare l’Imu sulla tenda che faccia. Siamo a disposizione, perché per noi questa è la seconda casa».
(fonte gazzettadireggio.it)

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