Juventus - Napoli ha dato il suo verdetto sportivo, vedendo la squadra bianconera vittoriosa su un Napoli che non ha demeritato, ma non è riuscito ad essere quello bello e spavaldo visto negli ultimi mesi.
Ma se il terreno di gioco ha emesso il suo risultato, difficilmente riusciremo a vedere qualche azione nei confronti di chi, ieri sera, ha per l'ennesima volta intonato cori razzisti e scritto striscioni che sottolineano oltre che l'ignoranza del popolo bianconero, anche la scarsa fantasia e creatività, visto che questi striscioni e questi cori sono vecchi di oltre 20 anni.
La società Juve dal canto suo, piuttosto che cercare in qualche modo di arginare il fenomeno razzismo e distaccarsi da taluni cori, continua a fare la parte della vittima sacrificale, lanciando l'allarme per un bagno allagato e un sifone rotto.
Intendiamoci bene, lungi da me difendere chi, in maniera barbara va in giro per l'Italia a compiere atti vandalici, ma il continuo e reiterato piangersi addosso della Juventus con il conseguente clamore mediatico, ha onestamente stufato.
Con quale coraggio continuano a sentirsi vittime quando il loro allenatore continua a svolgere la propria professione per poi sedersi in tribuna durante i match ufficiali e fingersi squalificato.
Con quale coraggio continuano con le polemiche sui fantomatici 30 scudetti conquistati nonostante le chiare e inconfutabili sentenze dove tra l'altro i bianconeri dovrebbero ritenersi fortunati che gli scudetti revocati siano soltanto 2. Con quale coraggio si sentono derubati, quando loro hanno truffato il calcio italiano?
Se l'Italia fosse un paese giusto, tutti i tifosi, quelli veri si distaccherebbero dagli immorali, dagli ignoranti e dai violenti lanciando un unico grido di sdegno contro chi rovina questo sport e allo stesso tempo questa nazione. E invece oggi come ieri, domani come oggi sarà sempre più grave se un pseudo-tifoso del Napoli rompe un sifone, piuttosto che un'intero stadio oltraggi una città o un giocatore di colore.
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