Dopo una campagna elettorale
condotta sul filo del rasoio, quasi alla stregua di una lotta psicologica, con
il rivale Romney, i cittadini americani hanno deciso di riconfermare la fiducia
a colui che li ha governati negli ultimi 4 anni. Nonostante gli evidenti
successi avuti nel suo primo mandato (tra tutti, il varo della riforma
sanitaria), è noto che Obama abbia avuto non poche difficoltà da affrontare.
Prima tra tutte, la crisi economica che il primo cittadino americano ha ricevuto in eredità già nel 2008. Vero e proprio tallone d’Achille è il lavoro: negli ultimi 4 anni il tasso di disoccupazione è aumentato quasi del 2%, (nel 2008 era del 6,1% mentre attualmente è del 7,9%). Viceversa è cresciuta anche la percentuale dei compensi dei lavoratori (l’aumento è del 7% in 4 anni) ma contemporaneamente è calata la loro fiducia (-30% rispetto al 2008).
Per quanto riguarda invece gli aspetti positivi bisogna menzionare la salita dell’autonomia energetica (10% in 3 anni), l’aumento del Pil (+12%) e della vendita delle case (+11% in confronto a 4 anni fa).
E ora? Quali saranno le sfide che dovrà fronteggiare il Presidente? Governare con il Congresso spaccato (il Senato è dei democratici, ma la Camera è dei repubblicani) è indubbiamente uno degli aspetti che darà più filo da torcere ad Obama insieme alla spinosissima questione del deficit pubblico, anch’esso aumentato nel corso di questi ultimi anni. Una parola rimbomba nelle orecchie del Presidente e di tutti gli Americani, ovvero “fiscal cliff”, che in italiano sta per “baratro fiscale”: se entro Gennaio 2013 non si troverà un accordo sulla riduzione della spesa pubblica, il governo statunitense sarà costretto ad aumentare le tasse del 5%.
Paola F. G. Petillo
Prima tra tutte, la crisi economica che il primo cittadino americano ha ricevuto in eredità già nel 2008. Vero e proprio tallone d’Achille è il lavoro: negli ultimi 4 anni il tasso di disoccupazione è aumentato quasi del 2%, (nel 2008 era del 6,1% mentre attualmente è del 7,9%). Viceversa è cresciuta anche la percentuale dei compensi dei lavoratori (l’aumento è del 7% in 4 anni) ma contemporaneamente è calata la loro fiducia (-30% rispetto al 2008).
Per quanto riguarda invece gli aspetti positivi bisogna menzionare la salita dell’autonomia energetica (10% in 3 anni), l’aumento del Pil (+12%) e della vendita delle case (+11% in confronto a 4 anni fa).
E ora? Quali saranno le sfide che dovrà fronteggiare il Presidente? Governare con il Congresso spaccato (il Senato è dei democratici, ma la Camera è dei repubblicani) è indubbiamente uno degli aspetti che darà più filo da torcere ad Obama insieme alla spinosissima questione del deficit pubblico, anch’esso aumentato nel corso di questi ultimi anni. Una parola rimbomba nelle orecchie del Presidente e di tutti gli Americani, ovvero “fiscal cliff”, che in italiano sta per “baratro fiscale”: se entro Gennaio 2013 non si troverà un accordo sulla riduzione della spesa pubblica, il governo statunitense sarà costretto ad aumentare le tasse del 5%.
Paola F. G. Petillo
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