A cura di Luigi Clemente
L'ultimo lavoro di Quentin Tarantino ha finalmente esaudito il suo sogno di realizzare uno "spaghetti western". Liberamente e sfacciatamente ispirato al Django di Franco Nero (presente in un curioso cameo con Jamie Fox). La trama parla di vendetta, amicizia e rispetto tra un cacciatore di taglie (Christoph Waltz già cacciatore di ebrei in "Bastardi senza gloria") e uno schiavo di colore, cui un ricco proprietario terriero (Leonardo di Caprio) ha rapito la moglie.
Il tutto ambientato ovviamente nell'America coinvolta nella guerra civile. Il piacere del contenuto è reale, verificabile, frutto di una soddisfazione innegabile delle aspettative che avevamo riposto in esso. I dialoghi sapientemente diretti dal grande regista sono il marchio di fabbrica della sua pellicola tipicamente cruda e color rosso sangue.
Una serie di efferati omicidi farà da sfondo al tipico tema trattato da Tarantino: la vendetta. Quella che non conosce regole e in un crescendo di morte raggiunge il suo apice nel finale.
I fan del maestro non rimarranno delusi, tra l'altro il film ha anche 5 nomination agli Oscar:
I fan del maestro non rimarranno delusi, tra l'altro il film ha anche 5 nomination agli Oscar:
- Nomination Miglior film a Quentin Tarantino
- Nomination Miglior attore non protagonista a Christoph Waltz
- Nomination Miglior sceneggiatura originale a Quentin Tarantino
- Nomination Migliore fotografia a Robert Richardson
- Nomination Miglior montaggio sonoro a Wylie Stateman
Non comprendiamo molto l'ennesima esclusione di Di Caprio dalla lista dopo la sua prova magistrale.
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