E' morto Walter Bevilacqua, pastore delle montagne dell'Ossola (vicino Domodossola), aveva 68 anni e da tempo era malato. Una persona semplice ma dalla grande generosità. I suoi reni non funzionavano più e dopo anni di dialisi era in cima alla lista per ricevere una donazione.
Ha sbalordito tutti Walter, cedendo l'organo a chi era dietro di lui: "Sono solo, non ho famiglia. Lascio il mio posto a chi ha più bisogno di me. A chi ha figli e ha più diritto di vivere". Ad annunciarlo oggi è proprio il suo parroco, don Fausto Frigerio che durante una messa gli ha dato l’ultimo saluto ed ha raccontato a tutti la sua storia. Quella frase pronunciata tempo prima, gli era rimasta impressa: "Me l’aveva detto durante una chiacchierata. So che l’aveva confidato anche a un conoscente con cui si trovava in ospedale per le terapie» racconta il prete.
E' questa la notizia che ha bucato il silenzio dell'Ossola, in una valle corridoio verso la Svizzera, a una manciata di minuti. Sui monti della valle Divedro.
Le sue sorelle Mirta e Iside raccontano: "Era proprio come lo descrivono: altruista, semplice. Un gran lavoratore. Sapeva che un trapianto lo avrebbe aiutato a tirare avanti, ma si sentiva in un’età nella quale poteva farne a meno. E pensava che quel rene frutto di una donazione servisse più ad altri". Walter Bevilacqua ha trascorso i suoi anni allevato dal nonno Camillo, uomo di altri tempi, ligio alle regole, gran lavoratore. Da lui aveva imparato a non risparmiarsi mai, a non lamentarsi delle difficoltà di chi vive in quota. "Credo non abbia mai fatto le ferie" racconta chi lo conosceva bene. L’agricoltura e gli animali erano la sua passione. Il suo mondo era là, una fetta di terra strappata alla montagna che poco più in alto diventa spettacolo nella conca dell’alpe Veglia.
Fonte (La stampa)
Ha sbalordito tutti Walter, cedendo l'organo a chi era dietro di lui: "Sono solo, non ho famiglia. Lascio il mio posto a chi ha più bisogno di me. A chi ha figli e ha più diritto di vivere". Ad annunciarlo oggi è proprio il suo parroco, don Fausto Frigerio che durante una messa gli ha dato l’ultimo saluto ed ha raccontato a tutti la sua storia. Quella frase pronunciata tempo prima, gli era rimasta impressa: "Me l’aveva detto durante una chiacchierata. So che l’aveva confidato anche a un conoscente con cui si trovava in ospedale per le terapie» racconta il prete.
E' questa la notizia che ha bucato il silenzio dell'Ossola, in una valle corridoio verso la Svizzera, a una manciata di minuti. Sui monti della valle Divedro.
Le sue sorelle Mirta e Iside raccontano: "Era proprio come lo descrivono: altruista, semplice. Un gran lavoratore. Sapeva che un trapianto lo avrebbe aiutato a tirare avanti, ma si sentiva in un’età nella quale poteva farne a meno. E pensava che quel rene frutto di una donazione servisse più ad altri". Walter Bevilacqua ha trascorso i suoi anni allevato dal nonno Camillo, uomo di altri tempi, ligio alle regole, gran lavoratore. Da lui aveva imparato a non risparmiarsi mai, a non lamentarsi delle difficoltà di chi vive in quota. "Credo non abbia mai fatto le ferie" racconta chi lo conosceva bene. L’agricoltura e gli animali erano la sua passione. Il suo mondo era là, una fetta di terra strappata alla montagna che poco più in alto diventa spettacolo nella conca dell’alpe Veglia.
Fonte (La stampa)
Commenti
Posta un commento