Incendio a Città della Scienza: Piromani professionisti in azione

Città della Scienza distrutta da un rogo doloso
Ormai è evidente e accertato che l'incendio che ha distrutto uno dei fiori all'occhiello di Napoli e dell'Italia è di origine dolosa. La centrale elettrica infatti era illesa, ma oltre a questo appare assurdo che in pochi minuti siano andati a fuoco oltre 100 metri quadri. Bastano questi due indizi a far capire che per distruggere Città della Scienza è stata eseguita una vera e propria operazione.
Mani esperte, una quasi certa complicità interna alla struttura legati ad interessi della malavita: ecco le prime ipotesi ragionate di chi sta indagando.
Ma quali sono le motivazioni che avrebbero spinto a compiere questo terribile evento?
C’è la mano di gente preparata, che ha studiato nei dettagli cosa fare e senza dubbio vi è anche una supervisione che su più livelli, potrebbe avere avuto interessi vari:

Soldi: Quattro lotti edificabili sul fronte occidentale, non lontane dalla Città della scienza, una sorta di buco nell’acqua segnalato dai giornali in questi mesi. Oggi i prezzi dei lotti messi in vendita sono destinati a crollare, a subire un clamoroso ribasso, alla luce di un principio logico: una cosa è andare ad abitare vicino a un complesso museale conosciuto nel mondo e che fa da volano allo sviluppo territoriale e ben altra cosa è acquistare quattro mura attorno a un ammasso di macerie. Chi aveva intenzione di investire, di riciclare (magari ripulendo denaro sporco), di entrare nell'affare delle aree residenziali oggi sa che i costi saranno inevitabilmente al ribasso. Vecchia tecnica, dunque, che ha nei clan dell’hinterland una sorta di modello: distruggere per fare la voce grossa nelle aste, tramite pochi presta-nomi. Abbattere il mercato, anzi, controllare il mercato in uno scenario di emergenza.

Ricostruzione: Mai come in questo caso, un’area paralizzata e priva di risorse si trasforma in oro per chi si occupa di rimozione dei detriti, di movimento terra, di interventi di bonifica.

Eversione: Al momento questa parola non entra nel fascicolo della Dda, ma non ci sono ipotesi escluse in via preliminare. Non è sfuggita una coincidenza: l’incendio è stato consumato nello stesso giorno in cui la linea sei della Metropolitana è stata sequestrata, dopo il crollo di un edificio a Mergellina. Due colpi all’immagine della città, in un momento di crisi politica e istituzionale.
Un attentato finalizzato a destabilizzare, a creare scompiglio, prima ancora che a controllare soldi e appalti. È l’altra faccia di una storia complessa, quella del lunedì nero napoletano, che spinge a pensare a una fusione di più livelli criminali: da chi ha dato la soffiata decisiva, a chi ha interesse a gestire quattrini e gare pubbliche, per arrivare a un impianto più raffinato destinato a rimanere sullo sfondo
(Fonte: Il Mattino)

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