Inchiesta del Mattino - La top "8" dei posti più pericolosi di Napoli

 La “top ten” del malaffare violento. Dal centro alle periferie è possibile definire i contorni delle zone a rischio, sulla scorta delle denunce registrate in un anno e delle analisi che tengono quotidianamente impegnati carabinieri e polizia nella purtroppo eterna guerra tra guardie e ladri.

Sul fronte caldo delle rapine in testa a questa poco invidiabile classifica ci sono due arterie stradali importanti come via Marina e la Riviera di Chiaia, sebbene la seconda risulti sovraesposta solo nei giorni del fine settimana, che sono poi quelli in cui nel capoluogo si riversa almeno mezzo milione di persone in più, quelle che vengono dai centri della provincia. Solo poco più di un mese fa, proprio all’ingresso della Stazione marittima, due balordi non esitarono a esplodere colpi di pistola all’indirizzo di un automobilista bloccato nel traffico che tentava di difendersi dal tentativo di rapina; in macchina, sul sedile posteriore, c’era anche il figlioletto di due anni, miracolosamente scampato a uno dei proiettili sparati. Numerosi sono poi i reati messi a segno con la tecnica dello «specchietto»: si finge un tamponamento, si fa scendere il malcapitato dall’auto e poi si materializza un complice che gli ruba la vettura.

Via Toledo e il corso Umberto restano invece zone a rischio-scippo. Soprattutto nelle ore che vanno dalla mattina al pomeriggio. Non a caso con l’imminente arrivo della primavera, le forze dell’ordine hanno già pianificato una serie di interventi mirati per tutelare i turisti che sbarcheranno dalle navi da crociera. E, ovviamente, il discorso vale anche per tutta l’area dei Decumani, zona che per la microcriminalità è sempre privilegiata anche per le eventuali difficoltà legate ad un inseguimento in macchina. A rischio resta poi sempre tutta la zona compresa tra piazza Carlo III e il Museo Nazionale, con epicentro piazza Cavour e i suoi giardinetti: qui vanno forte non solo le rapine e gli scippi, ma anche le aggressioni e le risse tra bande di balordi.

Ma a preoccupare da qualche giorno a questa parte sono due episodi sui quali si indaga ancora. Nell’area circostante Porta Capuana si sono verificati due episodi cruenti in sole ventiquattr’ore: il ferimento di un giovane pregiudicato che si trovava in macchina con il fratello, raggiunto da due colpi di pistola al collo e ad un fianco in via Carbonara; e quello di un extracomunitario di origini senegalesi, avvenuto proprio nello spiazzo antistante Porta Capuana. Va detto che in entrambi i casi, forse, la microcriminalità potrebbe non entrarci. Ma restano i colpi di arma da fuoco e la pericolosità di una zona che, soprattutto al calar de sole, si percorre a rischio e pericolo della propria incolumità. A fare da cornice a questo spazio «off limits» ci sono poi la stessa piazza Garibaldi e il suo corso, sempre più terra di nessuno per il proliferare di gruppi di extracomunitari dediti allo spaccio e a vari altri reati, come pure di bande di giovani teppisti pronti a tutto. Spaventa, oggi, soprattutto il numero di ragazzi che circolano armati: e quando non è un’arma da fuoco è un coltello.

Anche Fuorigrotta non sfugge a questa logica perversa. Particolarmente esposte sono viale Kennedy e le zone limitrofe a Bagnoli. A fronte di tutto ciò va registrato l’impegno di poliziotti e militari dell’Arma. Non c’è giorno in cui l’azione di prevenzione del territorio non registri decine di fermi e di arresti. Ma anche questo, a ben guardare, è un segnale che conferma come a Napoli il crimine non dorma mai.

(fonte: Il Mattino.it)

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