Salmoni d'allevamento tossici, scoppia il caso in Norvegia

E' da sempre uno degli alimenti più consigliati da dietologi e nutrizionisti, le sue proprietà benefiche sono spesso decantate e pubblicizzate, ed invece i rischi derivati dal consumo continuo di salmone d'allevamento sarebbero alti.
A lanciare l'allarme sono le stesse autorità norvegesi, che consigliano di mangiarne massimo 140 grammi a settimana.
Le persone maggiormente a rischio sarebbero le donne gravide e i bambini.

All'interno del pesce vi sarebbero pesticidi, diossine, PCB e antibiotici.

Dalla loro i produttori giurano che i loro salmoni sono sicuri al 100%, ma d'altronde chi direbbe di star allevando e mettendo sul mercato alimenti tossici? Soprattutto considerando il volume d'affari che gira attorno ai 3 miliardi di euro.

La notizia è della scorsa settimana, la dottoressa Anne-Lise Birch Monsen e il professore di medicina Bjorn Bolann dell’Haukeland University Hospital di Bergen (NO), hanno sollevato diverse preoccupazioni per le sostanze chimiche nocive che vengono trasmesse ai salmoni d’allevamento (praticamente la quasi totalità di quelli che si trovano sul mercato) attraverso i mangimi.

Il problema delle donne incinte è che queste sostanze tossiche che si accumulano nell’organismo vengono poi trasmesse al feto o al neonato attraverso il latte materno. Queste stesse sostanze sono state collegate da diversi studi a problemi come le sindromi da iperattività e deficit d’attenzione, nonché all’autismo.

Per ora nessuno molla e cerca di tirare l’acqua al suo mulino: gli esperti dicono che i vantaggi superano i rischi; i medici di cui sopra si dicono preoccupati; i produttori assicurano la qualità dei loro prodotti; i negozianti minacciano di svuotare gli scaffali. Insomma, in questo marasma generale gli unici che non sanno a chi credere, siamo noi poveri consumatori.

(Fonti: University Hospital di Bergen - La Stampa)

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