Questo signore che vedete nella foto si chiama Rolf Bantle ed è tornato nella sua città dopo oltre 11 anni.
E' il 24 agosto del 2004 a San Siro si gioca la partita di champions league Inter-Basilea.
Rolf arriva in Italia con alcuni residenti di una casa-famiglia di Läufelfingen (dove abitava in quel periodo) per seguire la partita.
Pochi minuti prima del fischio di inizio si allontana per andare in bagno, uscito dai servizi non trova più la strada per tornare al gruppo, è disorientato, frastornato dalle migliaia di tifosi che incrocia. "Mi sono trovato in un'area completamente diversa", racconta alla stampa elvetica ora che è tornato a casa.
Il passato del signor Bantle non è stato semplice e probabilmente, ha colto l'attimo e ha fatto dello
smarrimento l'occasione per imboccare una nuova strada. Un'infanzia complicata, cresciuto con la madre e senza padre è finito in una famiglia affidataria, nessuna formazione o studio. Poi, crescendo, ha lavorato come operaio ma sono arrivati problemi con l'alcol che lo hanno portato a essere ricoverato diverse volte. "Quando finivo in terapia mi sentivo rinchiuso - racconta - a Milano, finalmente, potevo gustare la libertà".
Un girovagare continuo per la città il suo, qualche lavoro saltuario e passeggiate dove ha scoperto biblioteche (che ha frequentato) e zone universitarie. Diventa amico di studenti che spesso lo hanno aiutato, il primo regalo è stato un provvidenziale sacco a pelo.
A Baggio una donna gli lavava i vestiti e per l'igiene personale ha utilizzato i bagni pubblici. Altri lo hanno aiutato con cibo, caffè, sigarette e vino. "
Se devo essere sincero - dice il signor Bantle - preferisco la birra, ma in Italia è più cara".
Intanto in Svizzera, due settimane dopo la partita di Champions, il signor Bantle viene dichiarato prima scomparso, poi nel 2011, viene dato per deceduto.
Il tempo passa e nel frattempo Rudi compie 71 anni e mai, probabilmente avrebbe pensato di ritornare a casa dopo oltre 10 anni di "vacanza". Ma un giorno inciampa in strada e si frattura un femore. Quando viene ricoverato in ospedale non ci mettono molto a capire la sua storia: chiamano il consolato svizzero che si fa carico dell'uomo trasferendolo all'Unispital di Basilea e poi in una casa di riposo.
Rudi torna a essere Rolf ma non si lamenta, anzi: "Mangio bene, divido la stanza con una persona simpatica e mi piace la quotidianità delle mie giornate". Ha un sussidio di 100 franchi al mese e, racconta tutto soddisfatto: "Ogni pomeriggio vado al supermercato, mi hanno concesso due lattine di birra al giorno".
Fonte: Il corriere.it
E' il 24 agosto del 2004 a San Siro si gioca la partita di champions league Inter-Basilea.
Rolf arriva in Italia con alcuni residenti di una casa-famiglia di Läufelfingen (dove abitava in quel periodo) per seguire la partita.
Pochi minuti prima del fischio di inizio si allontana per andare in bagno, uscito dai servizi non trova più la strada per tornare al gruppo, è disorientato, frastornato dalle migliaia di tifosi che incrocia. "Mi sono trovato in un'area completamente diversa", racconta alla stampa elvetica ora che è tornato a casa.
Rolf lascia lo stadio in cerca dell'auto dei compagni ma non la trova. Infila le mani in tasca e conta il denaro a disposizione: 15 euro e 20 franchi, niente cellulare e, scherzo del destino, non ricorda nessun numero di telefono.
A casa non lo attendeva nessuno ed evidentemente non c'era nemmeno tutta questa voglia di tornare in Svizzera visto che Rudi, come verrà chiamato in Italia, decide che tutto sommato può anche passare una o due notti a Milano, come fosse una specie vacanza non programmata.
Passeggia, esplora le strade, guarda le case, i negozi ed elegge il quartiere di Baggio a dimora.
Una notte, poi due, poi tre. Nessuna voglia di ripartire e il provvisorio diventa definitivo:
"Nel giro di poco tempo - racconta - mi sono accorto che non avevo alcuna ragione per tornare"
A casa non lo attendeva nessuno ed evidentemente non c'era nemmeno tutta questa voglia di tornare in Svizzera visto che Rudi, come verrà chiamato in Italia, decide che tutto sommato può anche passare una o due notti a Milano, come fosse una specie vacanza non programmata.
Passeggia, esplora le strade, guarda le case, i negozi ed elegge il quartiere di Baggio a dimora.
Una notte, poi due, poi tre. Nessuna voglia di ripartire e il provvisorio diventa definitivo:
"Nel giro di poco tempo - racconta - mi sono accorto che non avevo alcuna ragione per tornare"
Il passato del signor Bantle non è stato semplice e probabilmente, ha colto l'attimo e ha fatto dello
smarrimento l'occasione per imboccare una nuova strada. Un'infanzia complicata, cresciuto con la madre e senza padre è finito in una famiglia affidataria, nessuna formazione o studio. Poi, crescendo, ha lavorato come operaio ma sono arrivati problemi con l'alcol che lo hanno portato a essere ricoverato diverse volte. "Quando finivo in terapia mi sentivo rinchiuso - racconta - a Milano, finalmente, potevo gustare la libertà".
Un girovagare continuo per la città il suo, qualche lavoro saltuario e passeggiate dove ha scoperto biblioteche (che ha frequentato) e zone universitarie. Diventa amico di studenti che spesso lo hanno aiutato, il primo regalo è stato un provvidenziale sacco a pelo.
A Baggio una donna gli lavava i vestiti e per l'igiene personale ha utilizzato i bagni pubblici. Altri lo hanno aiutato con cibo, caffè, sigarette e vino. "
Se devo essere sincero - dice il signor Bantle - preferisco la birra, ma in Italia è più cara".
Intanto in Svizzera, due settimane dopo la partita di Champions, il signor Bantle viene dichiarato prima scomparso, poi nel 2011, viene dato per deceduto.
Il tempo passa e nel frattempo Rudi compie 71 anni e mai, probabilmente avrebbe pensato di ritornare a casa dopo oltre 10 anni di "vacanza". Ma un giorno inciampa in strada e si frattura un femore. Quando viene ricoverato in ospedale non ci mettono molto a capire la sua storia: chiamano il consolato svizzero che si fa carico dell'uomo trasferendolo all'Unispital di Basilea e poi in una casa di riposo.
Rudi torna a essere Rolf ma non si lamenta, anzi: "Mangio bene, divido la stanza con una persona simpatica e mi piace la quotidianità delle mie giornate". Ha un sussidio di 100 franchi al mese e, racconta tutto soddisfatto: "Ogni pomeriggio vado al supermercato, mi hanno concesso due lattine di birra al giorno".
Fonte: Il corriere.it
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