Il Pacific Trash Vortex, è un'enorme ammasso di immondizia del Pacifico (Great Pacific Garbage Patch) per questo è talvolta denominato come "Isola di plastica". La sua grandezza non è del tutto conosciuta: ma le stime sono davvero enormi, tanto da presuppore che occupi tra lo 0,41% e il 5,6% dell'Oceano Pacifico. Nonostante le ricerche di Marina militare americana e dell'Algalita Marine Research Foundation stimino l'ammontare totale della sola plastica in un totale di 3 milioni di tonnellate, in realtà c'è chi pensa ci siano fino a 100 milioni di tonnellate di detriti.
Perchè si forma? I rifiuti galleggianti di origine biologica si biodegradano spontaneamente nel corso degli anni, mentre in questa zona oceanica si sono accumulati tantissimi materiali non biodegradabili come plastica e piccoli rottami. La conseguenza è che quindi la plastica si fotodegrada, cioè si riduce in pezzi sempre più piccoli, fino alle dimensioni microscopiche dei polimeri che la compongono ma senza mai disintegrarsi totalmente se non dopo migliaia di anni.
Poichè queste particelle plastiche restano a galla con un comportamento idrostatico simile a quello del plancton, la plastica entra all'interno della catena alimentare.
La plastica inoltre, a causa della sua superficie idrofobica, ha una resistenza molto forte alla degradazione e si presta a essere ricoperta da strati di colonie microbiche anche piuttosto pericolose.
Uno studente di ingegneria, Boyan Slat ha inventato "The Ocean Cleanup", processo finalizzato alla pulitura degli oceani dalla plastica. Secondo gli esperti, questo processo di pulitura sarebbe a costo praticamente zero, poiché realizzato sfruttando la luce solare, l'energia delle correnti marine e mediante il riciclo a terra dei materiali raccolti.
Fonte: Greenpeace Guarda come si crea l'isola e il viaggio dei rifiuti
Perchè si forma? I rifiuti galleggianti di origine biologica si biodegradano spontaneamente nel corso degli anni, mentre in questa zona oceanica si sono accumulati tantissimi materiali non biodegradabili come plastica e piccoli rottami. La conseguenza è che quindi la plastica si fotodegrada, cioè si riduce in pezzi sempre più piccoli, fino alle dimensioni microscopiche dei polimeri che la compongono ma senza mai disintegrarsi totalmente se non dopo migliaia di anni.
Poichè queste particelle plastiche restano a galla con un comportamento idrostatico simile a quello del plancton, la plastica entra all'interno della catena alimentare.
La plastica inoltre, a causa della sua superficie idrofobica, ha una resistenza molto forte alla degradazione e si presta a essere ricoperta da strati di colonie microbiche anche piuttosto pericolose.
Uno studente di ingegneria, Boyan Slat ha inventato "The Ocean Cleanup", processo finalizzato alla pulitura degli oceani dalla plastica. Secondo gli esperti, questo processo di pulitura sarebbe a costo praticamente zero, poiché realizzato sfruttando la luce solare, l'energia delle correnti marine e mediante il riciclo a terra dei materiali raccolti.
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