Oggi 23 Maggio, non potevo che dedicare diverse pagine a Giovanni Falcone. Simbolo della lotta alle criminalità organizzate insieme al collega e amico Borsellino, oggi gli dedicano feste, celebrazioni e persino comete (vedi notizia a fondo pagina). Ma è giusto ricordare che fu lasciato solo da tanti.
Nell'articolo ho deciso di inserire:
IL TG 1 DEL 22 MAGGIO 1992,
UNA CITAZIONE SULLA MAFIA DI FALCONE IN UN'INTERVISTA A RAI 3,
UN'INTERVISTA DI BORSELLINO QUALCHE MESE DOPO L'UCCISIONE DI FALCONE
GLI ULTIMI ISTANTI
Venti anni fa alle ore 17:58, presso il km 5 della A29, una carica di cinque quintali di tritolo posizionata in una galleria scavata sotto la sede stradale nei pressi dello svincolo di Capaci-Isola delle Femmine viene azionata per telecomando da Giovanni Brusca, il sicario incaricato da Totò Riina. Fu la mafia ad assassinarlo, ma non solo. Senza dubbio qualcuno della politica ha tradito Falcone avvisando i mafiosi dei suoi spostamenti. I particolari sull'arrivo del giudice dovevano essere coperti dal più rigido riserbo; indicativo del clima di sospetto che si viveva nel Paese, è il fatto che nell'aereo di Stato - che lo riportava a Palermo - avevano avuto un passaggio diversi "grandi elettori" (deputati, senatori e delegati regionali) siciliani reduci dagli scrutini di Montecitorio per l'elezione del Capo dello Stato, prolungatisi invano fino al sabato mattina. Uno di essi sarebbe stato addirittura inquisito per associazione a delinquere di stampo mafioso tre anni dopo; ma nessuna verità definitiva fu acquisita in sede processuale sull'identità della fonte che aveva comunicato alla mafia la partenza di Falcone da Roma e l'arrivo a Palermo per l'ora stabilita.
(IL TG 1 DEL 22 MAGGIO 1992)
E' bene ricordare di come, Falcone non avesse sostegno da parte di colleghi e capi
E' intitolato al giudice Giovanni Falcone uno degli asteroidi scoperti da Matteo Santangelo, direttore scientifico dell'osservatorio astronomico di Capannori (Lucca). L'attribuzione del nome, deliberata nel 2010 dalla Small Bodies Names Committee (Sbnc), la commissione internazionale competente in materia, è stata resa nota dallo stesso Santangelo alla vigilia dei 20 anni dalla strage di Capaci. Al corpo celeste, scoperto nel 1999, era stato dato un nome provvisorio (1999 VR11) dal Minor Planet Center dell'università americana di Harvard, che insieme alla Sbnc coordina le denominazioni di tutti gli asteroidi. Negli anni seguenti, ulteriori studi hanno permesso di determinare l'orbita del corpo celeste, consentendo l'attribuzione di un numero definitivo (60183). Santangelo ha quindi proposto all'organismo internazionale di chiamare l'asteroide con il cognome del giudice italiano. La domanda è stata accolta e, con la pubblicazione sul numero del 30 marzo 2010 del Minor Planet Circulars, la rivista scientifica che annuncia ufficialmente le denominazioni dei corpi celesti minori, è stato sancito il nome. La denominazione completa, '60183 Falcone', è definitiva ed è internazionalmente riconosciuta nel mondo accademico in quanto deliberata da un organo, la Sbnc, che fa parte dell’Unione Astronomica Internazionale.
E' bene ricordare di come, Falcone non avesse sostegno da parte di colleghi e capi
Il giudice Ilda Boccassini urlerà la sua rabbia rivolgendosi ai colleghi nell'aula magna del Tribunale di Milano: «Voi avete fatto morire Giovanni, con la vostra indifferenza e le vostre critiche; voi diffidavate di lui; adesso qualcuno ha pure il coraggio di andare ai suoi funerali». Nel suo sfogo il magistrato, che si farà trasferire a Caltanissetta per indagare sulla strage di Capaci, ricorderà anche il linciaggio subito dall'amico Falcone da parte dei suoi colleghi magistrati, anche facenti capo alla stessa corrente cui Falcone aderiva:
« Due mesi fa ero a Palermo in un'assemblea dell'Anm. Non potrò mai dimenticare quel giorno. Le parole più gentili, specie da Magistratura democratica, erano queste: Falcone si è venduto al potere politico. Mario Almerighi lo ha definito un nemico politico. Ora io dico che una cosa è criticare la Superprocura. Un'altra, come hanno fatto il Consiglio superiore della Magistratura, gli intellettuali e il cosiddetto fronte antimafia, è dire che Giovanni non fosse più libero dal potere politico. A Giovanni è stato impedito nella sua città di fare i processi di mafia. E allora lui ha scelto l'unica strada possibile, il ministero della Giustizia, per fare in modo che si realizzasse quel suo progetto: una struttura unitaria contro la mafia. Ed è stata una rivoluzione. »
La Boccassini criticherà anche l'atteggiamento dei magistrati milanesi impegnati in Mani pulite:
« Tu, Gherardo Colombo, che diffidavi di Giovanni, perché sei andato al suo funerale? Giovanni è morto con l'amarezza di sapere che i suoi colleghi lo consideravano un traditore. E l'ultima ingiustizia l'ha subìta proprio da quelli di Milano, che gli hanno mandato una richiesta di rogatoria per la Svizzera senza gli allegati. Mi ha telefonato e mi ha detto: "Non si fidano neppure del direttore degli Affari penali" »
Ilda Boccassini, confermerà le critiche in un'intervista a La Repubblica del maggio 2002[18], in occasione dell'affissione di targa in memoria di Giovanni Falcone al ministero della Giustizia. Il magistrato criticherà gli onori postumi offerti a Falcone, sostenendo che
« Né il Paese né la magistratura né il potere, quale ne sia il segno politico, hanno saputo accettare le idee di Falcone, in vita, e più che comprenderle, in morte, se ne appropriano a piene mani, deformandole secondo la convenienza del momento.[...] Non c'è stato uomo la cui fiducia e amicizia è stata tradita con più determinazione e malignità. Eppure le cattedrali e i convegni, anno dopo anno, sono sempre affollati di "amici" che magari, con Falcone vivo, sono stati i burattinai o i burattini di qualche indegna campagna di calunnie e insinuazioni che lo ha colpito »
Nell'intervista ricorderà anche come diversi magistrati e politici, sia vicini a partiti della sinistra che della destra, criticarono fortemente Falcone quando questo era ancora vivo.
In particolare, l'opposizione a Falcone dei magistrati vicini al Pds fu fortissima: al Csm, per tre volte il magistrato palermitano subì dei veti. Quando concorse al posto di super-procuratore antimafia, gli venne preferito Agostino Cordova, procuratore capo di Palmi. Alessandro Pizzorusso, componente laico del Csm designato dal Partito Comunista, firmò un articolo sull'Unità sostenendo che Falcone non fosse "affidabile" e che essendo "governativo", avrebbe perso le sue caratteristiche di indipendenza. Successivamente, quando al Consiglio superiore della magistratura si dovette decidere se Falcone dovesse essere posto o meno a capo dell'Ufficio istruzione di Palermo, gli venne preferito Antonino Meli; votarono per quest'ultimo e quindi contro Falcone anche gli esponenti di Magistratura democratica, vicini al Pds, Giuseppe Borré ed Elena Paciotti, quest'ultima poi eletta europarlamentare dei Democratici di Sinistra.
Dopo la sua morte, Leoluca Orlando (da pochi giorni di nuovo sindaco di Palermo), commentando l'ostracismo che Falcone subì da parte di alcuni colleghi negli ultimi mesi di vita, dirà: «L'isolamento era quello che Giovanni si era scelto entrando nel Palazzo dove le diverse fazioni del regime stavano combattendo la battaglia finale».
All'esecrazione dell'assassinio, il 4 giugno si unisce anche il Senato degli Stati Uniti, con una risoluzione (la n. 308) intesa a rafforzare l'impegno del gruppo di lavoro italo-americano, di cui Falcone era componente. Intanto, Paolo Borsellino, intraprenderà la sua ultima lotta contro il tempo, che durerà appena altri cinquantotto giorni, indagando nel tentativo di dare giustizia all'amico Giovanni.
Il 25 giugno 1992, durante un Convegno a Palermo organizzato da La Rete e dalla rivista Micromega,
« Due mesi fa ero a Palermo in un'assemblea dell'Anm. Non potrò mai dimenticare quel giorno. Le parole più gentili, specie da Magistratura democratica, erano queste: Falcone si è venduto al potere politico. Mario Almerighi lo ha definito un nemico politico. Ora io dico che una cosa è criticare la Superprocura. Un'altra, come hanno fatto il Consiglio superiore della Magistratura, gli intellettuali e il cosiddetto fronte antimafia, è dire che Giovanni non fosse più libero dal potere politico. A Giovanni è stato impedito nella sua città di fare i processi di mafia. E allora lui ha scelto l'unica strada possibile, il ministero della Giustizia, per fare in modo che si realizzasse quel suo progetto: una struttura unitaria contro la mafia. Ed è stata una rivoluzione. »
La Boccassini criticherà anche l'atteggiamento dei magistrati milanesi impegnati in Mani pulite:
« Tu, Gherardo Colombo, che diffidavi di Giovanni, perché sei andato al suo funerale? Giovanni è morto con l'amarezza di sapere che i suoi colleghi lo consideravano un traditore. E l'ultima ingiustizia l'ha subìta proprio da quelli di Milano, che gli hanno mandato una richiesta di rogatoria per la Svizzera senza gli allegati. Mi ha telefonato e mi ha detto: "Non si fidano neppure del direttore degli Affari penali" »
Ilda Boccassini, confermerà le critiche in un'intervista a La Repubblica del maggio 2002[18], in occasione dell'affissione di targa in memoria di Giovanni Falcone al ministero della Giustizia. Il magistrato criticherà gli onori postumi offerti a Falcone, sostenendo che
« Né il Paese né la magistratura né il potere, quale ne sia il segno politico, hanno saputo accettare le idee di Falcone, in vita, e più che comprenderle, in morte, se ne appropriano a piene mani, deformandole secondo la convenienza del momento.[...] Non c'è stato uomo la cui fiducia e amicizia è stata tradita con più determinazione e malignità. Eppure le cattedrali e i convegni, anno dopo anno, sono sempre affollati di "amici" che magari, con Falcone vivo, sono stati i burattinai o i burattini di qualche indegna campagna di calunnie e insinuazioni che lo ha colpito »
Nell'intervista ricorderà anche come diversi magistrati e politici, sia vicini a partiti della sinistra che della destra, criticarono fortemente Falcone quando questo era ancora vivo.
In particolare, l'opposizione a Falcone dei magistrati vicini al Pds fu fortissima: al Csm, per tre volte il magistrato palermitano subì dei veti. Quando concorse al posto di super-procuratore antimafia, gli venne preferito Agostino Cordova, procuratore capo di Palmi. Alessandro Pizzorusso, componente laico del Csm designato dal Partito Comunista, firmò un articolo sull'Unità sostenendo che Falcone non fosse "affidabile" e che essendo "governativo", avrebbe perso le sue caratteristiche di indipendenza. Successivamente, quando al Consiglio superiore della magistratura si dovette decidere se Falcone dovesse essere posto o meno a capo dell'Ufficio istruzione di Palermo, gli venne preferito Antonino Meli; votarono per quest'ultimo e quindi contro Falcone anche gli esponenti di Magistratura democratica, vicini al Pds, Giuseppe Borré ed Elena Paciotti, quest'ultima poi eletta europarlamentare dei Democratici di Sinistra.
Dopo la sua morte, Leoluca Orlando (da pochi giorni di nuovo sindaco di Palermo), commentando l'ostracismo che Falcone subì da parte di alcuni colleghi negli ultimi mesi di vita, dirà: «L'isolamento era quello che Giovanni si era scelto entrando nel Palazzo dove le diverse fazioni del regime stavano combattendo la battaglia finale».
All'esecrazione dell'assassinio, il 4 giugno si unisce anche il Senato degli Stati Uniti, con una risoluzione (la n. 308) intesa a rafforzare l'impegno del gruppo di lavoro italo-americano, di cui Falcone era componente. Intanto, Paolo Borsellino, intraprenderà la sua ultima lotta contro il tempo, che durerà appena altri cinquantotto giorni, indagando nel tentativo di dare giustizia all'amico Giovanni.
Il 25 giugno 1992, durante un Convegno a Palermo organizzato da La Rete e dalla rivista Micromega,
Paolo Borsellino affermò:
« Il vero obiettivo del CSM era eliminare al più presto Giovanni Falcone »
« Quando Giovanni Falcone solo, per continuare il suo lavoro, propose la sua aspirazione a succedere ad Antonino Caponnetto, il CSM, con motivazioni risibili gli preferì il consigliere Antonino Meli. Falcone concorse, qualche Giuda si impegnò subito a prenderlo in giro, e il giorno del mio compleanno il CSM ci fece questo regalo. Gli preferì Antonino Meli. »
« Il vero obiettivo del CSM era eliminare al più presto Giovanni Falcone »
« Quando Giovanni Falcone solo, per continuare il suo lavoro, propose la sua aspirazione a succedere ad Antonino Caponnetto, il CSM, con motivazioni risibili gli preferì il consigliere Antonino Meli. Falcone concorse, qualche Giuda si impegnò subito a prenderlo in giro, e il giorno del mio compleanno il CSM ci fece questo regalo. Gli preferì Antonino Meli. »
(fonte wikipedia)
Migliaia di giovani ricordano Falcone e Borsellino
Palermo, 23 mag. - Sono entrate nel porto di Palermo le due "navi della legalita'" salpate da Civitavecchia e da Napoli con a bordo 2.600 di 160 scuole di tutta Italia, che oggi ricordano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel ventennale della stragi di Capaci e via D'Amelio. Ad attendere i ragazzi, gli studenti palermitani che hanno scandito i nomi dei due magistrati uccisi. Le navi, una intitolata "Giovanni" e l'altra "Paolo", sono state messe dalla Snav a disposizione della Fondazione Falcone, che ha organizzato il viaggio in collaborazione con il Miur. In porto e' un trionfo di palloncini, striscioni e ombrelli colorati. La banchina del e' gremita da associazioni studentesche, sportive, antiracket e antimafia, e di ragazzi di tutte le eta', circa un migliaio, provenienti da scuole della Sicilia. Sul palco allestito dalla Fondazione Falcone, Maria Falcone, Giuseppe Ayala, Leonardo Guarnotta e diverse altre personalita'. I giovani cantano e scandiscono lo slogan "lezione di vita, lezioni di coraggio, questo e' per noi il 23 maggio", mentre la fanfara del dodicesimo battaglione carabinieri Sicilia intona marce.
(NEL VIDEO L'INTERVISTA A FALCONE: "La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni."
L'Fbi rende omaggio a Giovanni Falcone, vent'anni dopo la sua morte. "Ben prima che la parola 'globalizzazione' entrasse nel nostro vocabolario, il giudice Falcone capì che nessun paese poteva combattere il crimine da solo", ha dichiarato il direttore dell'Fbi Robert Mueller, sottolineando "gli stretti rapporti" di lavoro e "amicizia", che Falcone seppe costruire negli Stati Uniti e nel resto del mondo.
L'omaggio a Falcone compare sul sito del Federal Bureau of investigation, dove viene ricordata l'inchiesta "pizza Connection" che segnò l'inizio della collaborazione fra il giudice palermitano e l'Fbi. Il processo del 1985 "cementò il rapporto personale e professionale" fra Falcone e l'allora procuratore di New York Louis Freeh". Dopo l'assassinio di Falcone, la moglie e i tre agenti della scorta,l'allora capo dell'Fbi William Session propose di erigere un memoriale per il giudice all'Accademia dell'Fbi di Quantico. Due anni dopo, un busto in bronzo di Falcone fu inaugurato da Freeh, diventato capo dell'Fbi. Il Federal Bureau ha ricordato il giudice italiano a vent'anni dal suo assas sinio da parte della mafia con una cerimonia.
L'omaggio a Falcone compare sul sito del Federal Bureau of investigation, dove viene ricordata l'inchiesta "pizza Connection" che segnò l'inizio della collaborazione fra il giudice palermitano e l'Fbi. Il processo del 1985 "cementò il rapporto personale e professionale" fra Falcone e l'allora procuratore di New York Louis Freeh". Dopo l'assassinio di Falcone, la moglie e i tre agenti della scorta,l'allora capo dell'Fbi William Session propose di erigere un memoriale per il giudice all'Accademia dell'Fbi di Quantico. Due anni dopo, un busto in bronzo di Falcone fu inaugurato da Freeh, diventato capo dell'Fbi. Il Federal Bureau ha ricordato il giudice italiano a vent'anni dal suo assas sinio da parte della mafia con una cerimonia.
(INTERVISTA A PAOLO BORSELLINO DOPO LA MORTE DI FALCONE)
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