Sappada è un comune italiano di 1.324 abitanti della provincia di Belluno, il carnevale in questo piccolo paesino è la festa più antica e più sentita dalla popolazione.
Si svolge durante le tre domeniche che precedono la Quaresima, ed ognuna è dedicata ad una categoria di personaggi che vivevano in paese nei tempi passati: i contadini (Paurn), i poveri (Pettlar) e i signorotti (Hearn).
In queste domeniche le suddette figure vengono inscenate dai paesani con delle tipiche maschere intagliate in legno. La cosa particolare di questa festa è che gli abitanti del paese in questi giorni diventano dei veri e propri attori, essi infatti trovano nella maschera un vero e proprio camuffamento, che li permette di diventare anonimi e non essere riconosciuti da gli altri compaesani, questo per riuscire a prendersi beffa di tutti (conoscenti compresi) il più a lungo possibile. A tale scopo i costumi sono confezionati in modo da coprire ogni piccola parte del corpo e ad ingannare chi osserva. Solo gli occhi e la voce possono tradire, ma lo sguardo sfuggente e l'abilità di parlare in falsetto aiuterà a camuffare il tono originale, in cui le tipiche espressioni dialettali riassumono il discorso in pochissime, colorite parole. Anche in situazioni estreme sarà vietato togliere la maschera alla persona che si ha di fronte, ed anche in caso di ipotetico riconoscimento nessuno confermerà la propria identità.
In poche parole lo spirito di partecipazione ed il vecchio modo di travestirsi non hanno subito mutamenti a Sappada e riaffiorano ogni anno gli antichi costumi e le maschere di legno che passano di volto in volto da generazioni.
Per gli avi infatti, il periodo del carnevale era atteso con trepidazione, lo scherzo ed il divertimento rubavano il posto ai sacrifici e alla fatica del lavoro e se c'era qualche conto in sospeso si presentava la giusta occasione per pareggiarlo in totale anonimato. Era questo il tempo in cui incutere timore ai bambini e prendersi beffa delle ragazze in paese. Anche oggi si attende il carnevale per gli scherzi ed ogni occasione è buona per divertirsi, col tempo però la beffa non è offensiva come prima e si cerca di pareggiare i conti in altro modo.
State però ben attenti, perchè non è cambiato il potere dei "Rollate" maschera tradizionale del carnevale di Sappada. Il nome deriva dalle sfere in bronzo, contenenti biglie e legate al busto da una catena, che rumorosamente annunciano il suo arrivo. Il rollate è di alta statura, robusto, vestito da un pellicciotto con cappuccio, pantaloni a righe e pesanti scarponi ferrati, il volto coperto ovviamente dalla maschera intagliata nel legno. Il rollate brandisce una scopa che, a seconda dei casi, viene usata in modo scherzoso o minaccioso, spesso rincorre e spaventa i bambini che a suo dire non si comportano bene. Se lo si incontra non bisogna aspettarsi nulla di buono, perché durante il periodo carnevalesco diventano i veri e propri padroni del paese, possono persino entrare in casa d'altri e burlarsi a loro piacimento dei padroni di casa. Prima o dopo tutti saranno beffati e soprattutto a nessuno è concesso di arrabbiarsi.
I GIORNI DELLA FESTA:
Tre domeniche prima di martedì grasso, la domenica dei poveri (PettIar Suntag) apre il carnevale sappadino. Le maschere attraversano il paese, simulando le tristi situazioni e le misere astuzie che i poveri devono inventare per sopravvivere; spesso entrano nelle case per mendicare qualcosa da mangiare.
La domenica successiva è quella dei contadini (Paurn Suntag), un'allegra rievocazione del mondo agreste, con carri e attrezzi agricoli e cumuli di fieno. I gruppi mascherati rappresentano per le strade i lavori che i valligiani praticavano abitualmente. L'usanza di passare di casa in casa per "scroccare" qualche ricottina, schotte knelle, o del fonnaggio, è tipica di questo giorno. Le donne dei gruppi mascherati distribuiscono dolci locali, varie qualità di frittelle, come le hosenearlan e le muttn', che un tempo venivano preparate alla fine dei raccolti. Il giovedì grasso è dedicato alla sfilata dei carriallegorici, che ormai superano il numero di dieci, con una partecipazione in massa di adulti e bambiniche ben volentieri si prestano a fare gli attori di una rappresentazione composita e variopinta.
L'ultima domenica di carnevale è quella dei signori, con l'esibizione di maschere raffinate. Si balla in piazza e le donne sfoggiano vestiti di un certo pregio che pazjentemente hanno cucito o rimesso a nuovo. Capita però che uomini mascherati con abiti femminili allietino la serata ad altrettanti uomini convinti di vivere un attimo di gloria. Gli amici del "dongiovanni" hanno il compito di metterlo in guardia o di burlarlo; quasi sempre la beffa riesce, soprattutto se la maschera è un'abile ballerina e resiste alle tante prove cui viene sottoposta per svelarne l'identità.
Il lunedì da molte case esce un profumo di fritto: si preparano dolci per soddisfare le richieste delle maschere che di lì a poco arriveranno. Si approfitta del travestimento per giocare qualche scherzo ad amici e parenti, cambiando magari più volte mascheramento in modo da confondere ancor più quelli che credono di aver riconosciuto il burlone. Il rollate sfilana per le vie del paese, mischiandosi ai gruppi mascherati.
Il martedì grasso si raccolgono le ultime energie per chiudere in bellezza la festa e il periodo carnevalesco.
Si svolge durante le tre domeniche che precedono la Quaresima, ed ognuna è dedicata ad una categoria di personaggi che vivevano in paese nei tempi passati: i contadini (Paurn), i poveri (Pettlar) e i signorotti (Hearn).
In queste domeniche le suddette figure vengono inscenate dai paesani con delle tipiche maschere intagliate in legno. La cosa particolare di questa festa è che gli abitanti del paese in questi giorni diventano dei veri e propri attori, essi infatti trovano nella maschera un vero e proprio camuffamento, che li permette di diventare anonimi e non essere riconosciuti da gli altri compaesani, questo per riuscire a prendersi beffa di tutti (conoscenti compresi) il più a lungo possibile. A tale scopo i costumi sono confezionati in modo da coprire ogni piccola parte del corpo e ad ingannare chi osserva. Solo gli occhi e la voce possono tradire, ma lo sguardo sfuggente e l'abilità di parlare in falsetto aiuterà a camuffare il tono originale, in cui le tipiche espressioni dialettali riassumono il discorso in pochissime, colorite parole. Anche in situazioni estreme sarà vietato togliere la maschera alla persona che si ha di fronte, ed anche in caso di ipotetico riconoscimento nessuno confermerà la propria identità.
In poche parole lo spirito di partecipazione ed il vecchio modo di travestirsi non hanno subito mutamenti a Sappada e riaffiorano ogni anno gli antichi costumi e le maschere di legno che passano di volto in volto da generazioni.
Per gli avi infatti, il periodo del carnevale era atteso con trepidazione, lo scherzo ed il divertimento rubavano il posto ai sacrifici e alla fatica del lavoro e se c'era qualche conto in sospeso si presentava la giusta occasione per pareggiarlo in totale anonimato. Era questo il tempo in cui incutere timore ai bambini e prendersi beffa delle ragazze in paese. Anche oggi si attende il carnevale per gli scherzi ed ogni occasione è buona per divertirsi, col tempo però la beffa non è offensiva come prima e si cerca di pareggiare i conti in altro modo.
State però ben attenti, perchè non è cambiato il potere dei "Rollate" maschera tradizionale del carnevale di Sappada. Il nome deriva dalle sfere in bronzo, contenenti biglie e legate al busto da una catena, che rumorosamente annunciano il suo arrivo. Il rollate è di alta statura, robusto, vestito da un pellicciotto con cappuccio, pantaloni a righe e pesanti scarponi ferrati, il volto coperto ovviamente dalla maschera intagliata nel legno. Il rollate brandisce una scopa che, a seconda dei casi, viene usata in modo scherzoso o minaccioso, spesso rincorre e spaventa i bambini che a suo dire non si comportano bene. Se lo si incontra non bisogna aspettarsi nulla di buono, perché durante il periodo carnevalesco diventano i veri e propri padroni del paese, possono persino entrare in casa d'altri e burlarsi a loro piacimento dei padroni di casa. Prima o dopo tutti saranno beffati e soprattutto a nessuno è concesso di arrabbiarsi.
Tre domeniche prima di martedì grasso, la domenica dei poveri (PettIar Suntag) apre il carnevale sappadino. Le maschere attraversano il paese, simulando le tristi situazioni e le misere astuzie che i poveri devono inventare per sopravvivere; spesso entrano nelle case per mendicare qualcosa da mangiare.
La domenica successiva è quella dei contadini (Paurn Suntag), un'allegra rievocazione del mondo agreste, con carri e attrezzi agricoli e cumuli di fieno. I gruppi mascherati rappresentano per le strade i lavori che i valligiani praticavano abitualmente. L'usanza di passare di casa in casa per "scroccare" qualche ricottina, schotte knelle, o del fonnaggio, è tipica di questo giorno. Le donne dei gruppi mascherati distribuiscono dolci locali, varie qualità di frittelle, come le hosenearlan e le muttn', che un tempo venivano preparate alla fine dei raccolti. Il giovedì grasso è dedicato alla sfilata dei carriallegorici, che ormai superano il numero di dieci, con una partecipazione in massa di adulti e bambiniche ben volentieri si prestano a fare gli attori di una rappresentazione composita e variopinta.
L'ultima domenica di carnevale è quella dei signori, con l'esibizione di maschere raffinate. Si balla in piazza e le donne sfoggiano vestiti di un certo pregio che pazjentemente hanno cucito o rimesso a nuovo. Capita però che uomini mascherati con abiti femminili allietino la serata ad altrettanti uomini convinti di vivere un attimo di gloria. Gli amici del "dongiovanni" hanno il compito di metterlo in guardia o di burlarlo; quasi sempre la beffa riesce, soprattutto se la maschera è un'abile ballerina e resiste alle tante prove cui viene sottoposta per svelarne l'identità.
Il lunedì da molte case esce un profumo di fritto: si preparano dolci per soddisfare le richieste delle maschere che di lì a poco arriveranno. Si approfitta del travestimento per giocare qualche scherzo ad amici e parenti, cambiando magari più volte mascheramento in modo da confondere ancor più quelli che credono di aver riconosciuto il burlone. Il rollate sfilana per le vie del paese, mischiandosi ai gruppi mascherati.
Il martedì grasso si raccolgono le ultime energie per chiudere in bellezza la festa e il periodo carnevalesco.
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